“Londra non sarà più centro finanziario d’Europa”. Il dopo-Brexit e le sue conseguenze sul mercato europeo.
L’Unione europea non lascerà che Londra rimanga il principale centro finanziario dell’Eurozona dopo la Brexit. È quanto ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem davanti alla commissione Affari Economici dell’Europarlamento.
“Non possiamo permettere a un paese terzo l’accesso ai servizi finanziari europei, senza il rispetto delle regole condivise”.
Per Dijsselbloem è fondamentale prendere da subito una posizione ferma: “Ci sarà un “forte impatto economico. Sarà un cammino difficile, soprattutto per la Gran Bretagna“.
Evitare di danneggiare l’economia europea, così come quella britannica, sarà fondamentale. Al momento, l’impatto in Eurozona sembra limitato; bisognerà vedere cosa accadrà tra un paio di anni. Gli effetti dell’incertezza degli investitori, e quindi la mancanza di investimenti, si cominceranno infatti a far sentire solo tra qualche tempo.
Dijsselbloem ha anche espresso le sue perplessità sulla proposta della Commissione europea di concedere maggiore elasticità alle politiche di bilancio.
Il presidente dell’eurogruppo, nonché Ministro delle Finanze nel Governo dei Paesi Bassi, è stato chiaro: “Non siamo ancora abbastanza stabili per lasciarci andare a questo tipo di traiettoria fiscale”.
Dijsselbloem ha inoltre evidenziato il rischio di un possibile conflitto tra le regole per stare nel Patto di stabilità e la politica di bilancio nel caso in cui quest’ultima sia “espansionistica”.
Immediata la risposta del ministro italiano.
Carlo Calenda, Ministro Italiano per lo Sviluppo economico, è convinto che Dijsselbloem abbia preso una cantonata.
Secondo Calenda, il presidente “non comprende che la questione non sono i vincoli di bilancio: l’Europa è in mezzo a sfide difficilissime, la prima delle quali è una chiarissima disaffezione dei cittadini. La necessità è quella di fare un grande piano di investimenti per trasformarla, seguendo un new deal a livello europeo”.
Nel prossimo futuro vedremo chi dei due ha ragione.